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Speciale VHS: Multimedialitá

Speciale VHS: Latina

 

Linda Giannini, insegnate della scuola materna di Latina, insiema alla sua collega, hanno fatto vedere il video Multimedialità - un videoclip filosofico ai propri alunni. Questa che segue è un breve resoconto dell'esperienza.


Latina 15/04/1997

"Video-clip Filosofico"... l'ho visto in tre diverse occasioni.
  • La prima volta a casa, a Latina, da sola;
  • La seconda volta a Sorrento, in gruppo;
  • La terza volta, sempre a Latina, a scuola, con i bambini e la mia collega.

Tralascio le prime due occasioni... ho già accennato a Sorrento a loro... sommariamente, frettolosamente... ma, insomma, è cosa già fatta!
Invece eccomi ad affrontare la terza. Contestualizzo un po' il tutto.

Data 03/04/1997  
Ora 11.30 circa  
Luogo Salone della Scuola Elementare comunemente chiamato "Aula Multimediale", piano primo La nostra classe è nello stesso edificio, al piano terra
Bambini presenti Tutti quelli presenti in classe e cioè ___ su venti
Pochini, vero! Ma ci sono, in questo periodo, le malattie esantematiche!
1. B. Chiara anni 3
2. C. Luca anni 3
3. D. Roberto anni 6
4. D. Alessia anni 3
5. F. Michael anni 5
6. F. Fabrizio anni 3
7. G. Martina anni 4
8. M. Greta anni 3
9. M. Francesca anni 5
10. O. Claudia anni 3
11. Z. Simone anni 4
Insegnanti presenti La mia collega ed io Patrizia ha effettuato le riprese ed io ho seguito con i bambini il video
Precisazione Anche la mia collega ha visto il video clip filosofico
(a casa sua)
 

Sorta di diario.
Appena sono arrivata a scuola (il turno pomeridiano ha inizio alle 11.00) ho chiesto ai bambini presenti: "Che cosa è questa?" tenendo in mano la confezione del video-clip.
Riassumendo, le risposte sono state:

  • una video cassetta;
  • un film;
  • i cartoni.....


"Beh, ora andiamo a vedere che cosa è." E così siamo andati nel salone dove oltre a nove computer, tre stampanti, tre scanner, ci sono due televisori, un video registratore... qualche tavolo e tante tante sedie (questo sempre per dovere di cronaca).
Il video è stato introdotto nel seguente modo, all'incirca: "Ragazzi, ieri sono andata a casa della maestra Patrizia ed insieme abbiamo giocato un po' col telecomando e siamo passati da un programma all'altro. Il figlio della maestra Patrizia ci ha fatto uno scherzetto ed ha video registrato quello che noi abbiamo visto. Poi ci ha chiesto di far vedere a voi quanto ha video registrato. Questo video è per voi. Vediamolo un po' come è"



* * *

Perché la mia collega ed io abbiamo deciso di far vedere il video clip ai bambini?
Intanto "per vedere <> l'effetto che fa" e poi, volendo razionalizzare, perché ben si calava in uno dei nostri percorsi scolastici (media a confronto). In classe stiamo ascoltando la radio (oltre ai programmi nazionali anche quelli delle emittenti private, le audio cassette di musica classica, leggera, le sigle dei cartoni e le canzoncine dello zecchino d'oro), stiamo "manipolando" le riviste, i quotidiani ed i giornaletti in genere... ed a settembre, Patrizia ed io, avevamo pensato di video registrare spezzoni di programmi (telegiornali, cartoni, spot ...) per proporli ai bambini... , cosa che poi non abbiamo realizzato.
Ripensandoci, avremmo fatto bene ad evitare l'introduzione al video clip (la storiella del figlio e delle insegnanti che giocano con il telecomando); eviterei anche ciò che è stato fatto a caldo dopo la visione... ovvero provare a far verbalizzare i bambini. Anche se devo dire che tutto è finito li... nel senso che con i bambini non ci siamo più tornate su. Del resto, come si può vedere, loro non avevano affatto intenzione di parlare; hanno comunicato molto di più a livello non verbale durante la visione del video clip.
Distinguerei alcuni momenti (non necessariamente separati)

Momento iniziale

Alcuni bambini guardano per vedere di cosa si tratta; qualcuno si distrae perché, forse, non si sente - inizialmente - né attratto, né coinvolto da quanto proposto.

Momento del noto:

Qualcuno individua suoni e/o immagini conosciuti e verifica se anche i compagni si sono accorti di questi "noti" frammenti.

Momenti più gettonati

Per usare l'espressione utilizzata dai bambini: "Il bambino e i colori"; in questa fase si nota la massima partecipazione da parte del gruppo.

C'è anche il momento della musica con conseguente accompagnamento da parte dei bambini realizzato grazie al battito delle mani a tempo. C'è addirittura Roberto che continua anche dopo, quando ormai è cambiato lo scenario ed il suono.

Momento della noia e della maggiore distrazione

Soprattutto quando la musica si fa meno intensa e quando compare la scrittura col tipo che legge, legge, bla bla. Francesca arriva finanche a coprirsi la faccia per non vedere più. Roberto dà i pizzicotti alle bambine, e così via.

Momento finale

Segue il silenzio ed alla richiesta: "Avete qualche cosa da dire" c'è Chiara che risponde allontanando ampiamente il braccio destro: "Io non ci ho proprio niente da dire" e poi tutta quella storia del Film, dei personaggi... Errore! Non bisognava chiedere nulla.
Rivedendo a casa il comportamento non verbale dei bambini mi sono resa conto che non ha proprio avuto senso il "dopo video clip".
Non è forse stato più eloquente lo sguardo attento per tutta la durata del video clip di Greta, od il primo piano di Fabrizio, le risate, il ritmo battuto con le mani, Francesca che si copre la faccia, qualcuno che chiede di farsi allacciare le scarpe, qualche sguardo rivolto da un'altra parte, e così via? !!!


E allora ?

Il bambino è multimediale e non ha bisogno di una storia o di un nesso logico per vedere, ascoltare, sentire, partecipare, annoiarsi... Il suo coinvolgimento può e può non essere totale a seconda del suono, del rumore, del gusto (o cattivo gusto), dell'immagine, del movimento, della staticità, del ritmo.
Del resto (credo) il bambino a casa gioca con il telecomando e, fatti salvi alcuni effetti "speciali" e gli eventuali messaggi reconditi del video clip, ha familiarità con lo zapping.
Interessante sarebbe invece vedere sulla base di cosa opera le sue scelte - e questo, in parte, ce lo hanno comunicato durante la visione del video clip. Ritengo che i contenuti (o le storie) passino in secondo piano. Tralasciando il fattore gruppo (ovvero vedo, ad esempio, il cartone che vedono i miei compagni e lo vedo perché gli altri lo guardano) il suo coinvolgimento è mosso da suoni, rumori, animazioni ... messi insieme.

E cosa fa la differenza?

Sicuramente il ritmo! Il ritmo e l'alternanza o contemporaneità di suoni, rumori, animazioni... l'intensità, l'altezza, la più o meno concentrazione di immagini, di effetti speciali.
Il linguaggio orale passa sicuramente in secondo piano. E per quanto riguarda quest'ultimo non è importante tanto ciò che si dice, ma come si dice... e quale effetto lo accompagna (la risata, la violenza...).

E perché quello che guardano oggi i bambini non è più uguale a ciò che vedevamo noi da bambini?

A parte la scontata risposta "perché i tempi sono cambiati" (che poi è anche vero... sono proprio cambiati !) si tratta anche delle opportunità che sono offerte oggi ai bambini.
Sto pensando alla televisione, alle ore passate dai bambini davanti alla televisione, per non parlare dei video giochi e dell'eventuale computer presente in casa, alla radio che, magari, fa compagnia agli abitanti della casa, per esempio ai fratelli più grandi che studiano.... (non è un "pensiero" negativo!). Sto pensando ai ritmi della famiglia di oggi... sto pensando a tante e tante cose.
E' tutto un po' cambiato. Dunque (senza chiederci se è nato prima l'uovo o la gallina - ovvero: se i programmi sono cambiati perché sono cambiati i bambini o viceversa, oppure: sono cambiate le persone anche perché è cambiata la televisione o viceversa...) si sente a più livelli investendo udito, vista... Ed hanno ragione i bambini: hanno già detto tutto quello che c'era da dire con il corpo - durante -.
Questo fino a quando potranno conservare il privilegio di esternare col corpo senza pudori né altro tabù ciò che sentono, fino a quando sarà consentito loro di sentire senza spiegare... insomma, di essere bambini (e con questo non intendo dire piccoli).


* * *


© Linda Giannini