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Il Bambino

Tra Scienza e Creatività

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Punti fondamentali del Progetto

 

I punti fondamentali su cui si basa il Progetto vedono coinvolte problematiche che, a nostro avviso, sono di grande importanza nella formazione del bambino, recuperando, attraverso delle modalità operative mirate, il suo bisogno di essere soggetto attivo e creativo.

Tendere a questo è importante, oggi più che mai, dal momento che spesso si rischia di rimanere passivi di fronte ad una moltitudine di sollecitazioni che ci investono e che non sempre siamo in grado di capire e, perciò, di controllare.

Ci sembra, pertanto, fondamentale raccogliere l’invito ad una rivoluzione dei bisogni del bambino ("Orientamenti" e " Nuovi Programmi"), che tenga conto della sua struttura psico-fisica e, insieme, delle relazioni con l’esterno, che entrano in gioco nel suo processo evolutivo:

    • rapporto con lo spazio;
    • intersoggettività;
    • ruolo dell’informazione (con particolare attenzione alla comunicazione ed ai linguaggi che sottendono tale relazione)

Il bambino è, dunque, protagonista del "FARE", ma prima ancora del "SENTIRE" inteso come percezione di sé e di tutto ciò che lo circonda perché in questo processo di identificazione di sé e dell’altro da sé, si definisce la sua identità.

Agire su tale aspetto significa porre le basi per la consapevolezza di sé come individuo unico ed irripetibile all’interno della società e del mondo.

Ciò significa anche tendere al superamento di una separazione corpo - mente che troppo spesso verifichiamo nella nostra vita e che porta ad una mortificazione del primo e ad una esaltazione della seconda con tutte le implicazioni che ne derivano.

D’altra parte nessun apprendimento si realizza senza la presa di coscienza del proprio corpo inserito in uno spazio inteso non come negazione, ma come entità concreta.

Inoltre sappiamo che la strutturazione del proprio schema corporeo avviene per stadi (Piaget) ed il bambino perviene alla consapevolezza di tuta la propria "frontiera pelle".

Questo senso di "confine" è, di conseguenza, essenziale al riconoscimento di sé ed accompagna per tutta la vita l’individuo perché, in realtà, il "confine" è luogo di separazione - identificazione: attraverso il distinguersi, ognuno dei confinanti riconosce se stesso.

Dal "corpo frontiera" (che ha coscienza di sé e dell’altro da sé), al corpo come espressione delle emozioni, al gesto ed al linguaggio del corpo che è comunicazione.

Il percorso tende, perciò, a considerare l’espressione e la comunicazione nella globalità dei linguaggi, i cui messaggi veicolati dallo spazio - ambiente, partono dal corpo e ritornano al corpo.

E’ uno "spazio denso", "vivo", "comunicativo" o - per dirla in termini antropologici - è uno spazio che parla (Hall 1959, "Il linguaggio silenzioso").

In questo spazio ed in questo tempo (oggi) "l’uomo vive in una specie di carlinga computerizzata nella quale percepisce solo immagini indirette (tecnologiche o di seconda potenza) e segni."

Le sue possibilità di contatto con il mondo e le informazioni che ne derivano non sono ridotte, anzi sono vertiginosamente moltiplicate.... Ma si tratta di contatti ed informazioni che giungono attraverso i media, cioè da canali innaturali che emanano dati in forma visiva (tele - visiva) od in forma di lettere stampate.

Nell’uno e nell’altro caso l’uomo percepisce "segni" e questi, che creano il nuovo inconscio collettivo, sono la base sulla quale nasce l’immaginario, cioè l’Arte. (F.Carol, "Parole e Immagini").

Immersi in tale contesto occorre far pervenire i bambini alla consapevolezza di ciò che significa esprimersi e comunicare al fine di maturare anche uno spirito critico adeguato.

Sui temi della percezione e della comunicazione, centrali in ogni idea di cultura, si potrà fare riferimento al punto di vista strutturalista nel considerare la cultura come un sistema di comunicazione, un linguaggio (che ha la sua grammatica, cioè le sue regole), un sistema di segni che si può leggere come un testo.

Tale approccio è da riferirsi anche ai vari linguaggi specifici ed in particolare al linguaggio visivo perché "solo attraverso il possesso di tutti i codici della comunicazione noi possiamo mettere gli alunni in grado di interagire pienamente con la realtà sociale e culturale" (Walter Moro, "Didattica della comunicazione visiva")

In un’ottica di globalità dei linguaggi un codice non è alternativo ad un altro, ma essi sono complementari ("Nuovi Programmi") <<All’interno di questo obiettivo dovrà essere garantito a tutti i bambini il raggiungimento del traguardo, della consapevolezza che - esistono diversi codici - e ciascuno di essi offre opportunità specifiche ed il codice verbale favorisce l’accesso agli altri codici e consente la riflessione su questi e su se stesso>>

Sarà, quindi, opportuno approfondire la struttura della comunicazione, cioè delle regole grammaticali del linguaggio visivo che fanno riferimento alle modalità percettive ed alle leggi ottiche che organizzano i segni.

Infatti i processi percettivi non sono mai atti passivi di registrazione ma sono azioni complesse che implicano una stretta relazione tra percezione, intelligenza, pensiero e linguaggio.

Attraverso l’attività percettiva si attivano una serie di meccanismi che coinvolgono il pensiero nella sua interezza.

Occorre - poi - analizzare il testo visivo, finora considerato come pura aggregazione di segni percettivi (significanti) sotto il profilo del messaggio i cui segni sono portatori di significato o lo assumono in relazione al contesto. Ma quando si parla di comunicazione la intendiamo nel suo aspetto più globale, come varietà di segni, come totalità dei linguaggi presenti in un contesto sociale e culturale che si implicano reciprocamente .

In questo senso difficilmente possiamo isolare il linguaggio visivo da quello non verbale dei gesti, delle espressioni del corpo e del volto, da quello linguistico - verbale, da quello antropologico.

Tra questi linguaggi c’è una profonda interazione che sta alla base dello sviluppo cognitivo e affettivo della personalità del bambino. Perciò fra le comunicazioni non verbali (i cui linguaggi si affidano agli organi di senso) sarà opportuno prendere in considerazione il volto, il corpo e il gesto, lo spazio, ma anche tutte quelle forme di comunicazione tattile, uditiva, olfattiva e gustativa che è nostra, ma anche di tutte le altre culture.

 

© Linda Giannini calip@mbox.panservice.it 1994-1995
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