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N. 19 de' "La Vita Scolastica"

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Il 14 Luglio 2002 giunge una mail:

From: "Luciana Bertinato"
Subject: Mario Lodi
Date: Sun, 14 Jul 2002 17:24:00 +0200

Segnalo l'uscita del n.19 de "La vita scolastica" (Giunti - Firenze) interamente dedicato a Mario Lodi come dono per i suoi 80 anni compiuti da poco.

Si tratta di un profilo a più voci: Tullio De Mauro, A.Alberti, M.L.Bigiaretti, G.Bini, A.Canevaro, R.Denti, L. Manzuoli, G.Maviglia, F. Tonucci, A.Faeti, F.Alfieri, F.Rotondo, B.Sidoti, Jurij Meda, E.Cirri; di un dossier speciale su vari percorsi di lettura delle sue opere e dei diari tenuti con i bambini e le bambine delle scuole di Sambucetole (Terni), Concorrezzo (Milano) e Soave (Verona).

In allegato la presentazione di Tullio De Mauro.

Grazie dell'attenzione. Luciana Bertinato


Seguono i due allegati
La grande lezione di Mario Lodi

…Eravamo seduti in un emiciclo a gradinate.

In alto, quasi in disparte, se ne stava seduto Mario Lodi. Non partecipava al trambusto e tuttavia seguiva con grande attenzione. Parlò poco, molto tranquillo. Non propose tesi.

Senza enfasi raccontò che cosa faceva, come partiva con le sue allieve e i suoi allievi da ricerche in tante direzioni, coinvolgendo nella vita della classe di volta in volta altri che avessero più esperienze e costruendo con loro e con gli alunni i materiali scritti, i testi da ricordare e rimeditare.

Non disse, che io ricordi, che quella fosse la via unica e più giusta, disse che al Vho seguivano quella via, che era una via possibile e che a percorrerla si arricchivano di esperienze vive e di conoscenze vissute sia il maestro sia gli alunni.

Con gli altri anch'io lo ascoltai e con gli altri ne avvertii il fascino. E mi è capitato tante altre volte incontrandolo e ascoltandolo negli anni. Lodi non costruisce i suoi interventi proponendo una tesi e difendendola con esteriore appassionamento. Apparentemente racconta.

Racconta di cose concrete, precise, puntuali che ha fatto con le alunne e gli alunni nelle sue classi, dalla prima alla quinta, tante volte negli anni. Racconta con semplicità di esperienze ripetibili, piene di energia e di luce.

E' questa l'enorme forza dei suoi diari didattici e dei giornalini dei suoi alunni, dal Paese sbagliato a Il mondo. Ed è stata la forza dei libretti della "Biblioteca di lavoro" che ha pubblicato per anni con Luciano Manzuoli. A volte qualcuno è riuscito a costringerlo a dichiararsi, a mettere in tavola le carte del suo pensiero, dei principi cui si ispira nella sua pratica.

Sono nati così due libri anch'essi preziosi: per Einaudi, Cominciare dal bambino (Torino 1977) e, per i "Libri di base" degli Editori Riuniti, Guida al mestiere di maestro (Roma 1982). Ma anche in questi Lodi affida il meglio delle sue idee a presentare casi concreti e procedimenti didattici. Anche se si costringe a rivelare tante sue fonti, Bruno Ciari, Santoni Rugiu, Piaget, Bruner, Vygotskij, Rodari, Freinet, le fonti maggiori restano da un lato un'acuta, attenta rilettura della nostra Costituzione e dall'altro l'osservazione delle sue esperienze didattiche.

Da queste Lodi non ha mai voluto staccarsi. L'università, che gli ha dato qualche riconoscimento, ospita parecchie persone che lo stimano e lo ammirano, ma Lodi non ne è mai stato tentato. Ha preferito, come quel personaggio della favola antica che era invincibile finché poggiava i piedi sul suolo, restare con i piedi sulla terra di Piadena.

Quando è andato in pensione ha investito i suoi risparmi e un premio che aveva avuto per riattare una cascina e trasformarla in un grande, luminoso laboratorio didattico. Quando si è trattato di nominare il consiglio direttivo dell'ex Biblioteca di Documentazione Pedagogica, ora Istituto Nazionale di Documentazione e Ricerca Educativa, a me, che facevo allora il ministro dell'istruzione, è parso ovvio pensare anzitutto a lui.

Ora mi dicono che sarebbe stato defenestrato insieme agli altri. Che sbaglio e che abbaglio! Dalla cascina laboratorio, e con i suoi scritti e con le sue parole, Mario Lodi continua ad arricchire la nostra documentazione e ricerca educativa.

I ministri passano. Passano i servi sciocchi. Resta la grande lezione di Mario Lodi, luminosa, come è stata per bimbe e bimbi del Vho, per chiunque faccia scuola.


Tullio De Mauro
Ordinario di Linguistica Generale all'Università La Sapienza di Roma

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