Affinché
il bambino non si senta da adulto spaesato ed escluso in un mondo
come il nostro dominato dalla scienza e dalla tecnologia, la scuola
deve assumersi il difficile compito di formare in lui un corretto
atteggiamento verso la sperimentazione e la ricerca senza trascurare
lo sviluppo delle sue potenzialità fantastiche e creative.
Sperimentazione
e ricerca vanno intese come capacità di raccogliere dati,
di confrontarli, di selezionarli, di formulare ipotesi, di verificarle
e di ricavarne sintesi e successivamente procedere nelle esperienze
rimettendo tutto in discussione di fronte a dati nuovi, imprevisti.
La
fantasia e la creatività non sono doni divini, frutti improvvisi,
folgorazioni, ma rappresentano un complesso processo di ristrutturazione
dell’informazione di cui è dotato un individuo, in stretta
dipendenza dai nuovi rapporti che egli istituisce con la realtà
naturale e sociale fin dall’infanzia, risulta evidente, perciò,
la necessità di stimolarne lo sviluppo e la crescita.
Considerando
che l’avvento della TV ha distratto il bambino dal suo gioco di
esplorazione invitandolo a sedersi in poltrona e guardare, risulta
necessario restituirgli quello che ha perduto: l‘esperienza diretta,
la manipolazione, il dialogo, la socialità, il pensiero produttivo.
La tecnologia sarà usata per dare al bambino strumenti sempre
più sofisticati per la sua ricerca personale e collegiale:
perché il piccolo Ulisse ritorni all’esplorazione diretta
del suo mondo e di quello più ampio che gli viene raccontato
con le immagini, per mezzo di tutti gli strumenti possibili, dai
più semplici ai più complessi.
Con
questi strumenti al suo servizio egli tornerà ad essere lo
scienziato che, con minore probabilità di errore, incamererà
dati, farà ipotesi e verifiche e progetti, insieme ai suoi
compagni a ai suoi insegnanti.
Libererà
così il suo pensiero creativo trasformandosi da consumatore
acritico in produttore di cultura.
La
stessa Commissione tecnico-scientifica incaricata dal Ministro della
P.I. per individuare "le conoscenze fondamentali su cui si baserà
l’apprendimento dei giovani nella scuola italiana nei prossimi decenni",
fornisce interessanti indicazioni in proposito:
- la
scuola della verbalità e dei saperi post-verbali gira
a vuoto se non recupera le previe dimensioni della manualità
e dell’operatività
- occorre
utilizzare una pluralità di strumenti educativi tra i
quali l’attività di ricerca, individuale e di gruppo
che insegni a bambini e ragazzi a responsabilizzarsi e ad organizzare
il pensiero
- va
dato un opportuno rilievo formativo al problema del complesso
intreccio di elementi scientifici e di innovazione tecnologica.
- la
scuola della verbalità e dei saperi post-verbali gira
a vuoto se non recupera le previe dimensioni della manualità
e dell’operatività
- occorre
utilizzare una pluralità di strumenti educativi tra i
quali l’attività di ricerca, individuale e di gruppo
che insegni a bambini e ragazzi a responsabilizzarsi e ad organizzare
il pensiero
- va
dato un opportuno rilievo formativo al problema del complesso
intreccio di elementi scientifici e di innovazione tecnologica.
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