0.Premessa di accordo terminologico – Piccolo glossario ragionato
In
cui si ragiona di alcuni termini importanti per qualificare il percorso
di costruzione della visione utopica.
*
Integrazione: Funzionale completamento mediante opportune addizioni
e compensazioni, cooperazione al fine di unificare risorse, concentrazione
di imprese, operazione che permette di determinare la "funzione"
primitiva di una data funzione.
Ragionando
in termini newtoniani dobbiamo pensare che il processo di integrazione
tende a ricostruire un percorso iniziale fatto per singoli percorsi
infinitesimali. Si ipotizza quindi un tornare alle origini, attraverso
una riflessione sulle risorse che porti all'unificazione dei processi
fondamentali, pensati ridotti all'osso cioè a percorsi infinitesimali.
In tal modo si dovrebbe poter vedere l'essenza...
*
Tecnologie: Ciò che ci permette di trasformare la materia
prima in prodotti.
Quindi
strumenti (reali e virtuali) per operare trasformazioni di una rete
conoscitiva disordinata ed informe in una infrastruttura percorribile
ed efficace, tale cioè da poter essere interessante per il
mercato.
1.
Visione generale della struttura scolastica
La
Scuola come "edificio in cui…" è morta, decapitata da molti
fattori e convenienze di cui pochissimo si parla ma che non sono
oggetto del presente progetto.
Si
deve pensare alla Scuola come "metodo con cui….".
La
scuola che ipotizzo è prima di tutto un luogo di ricerca
strutturato in cui troviamo:
-
uffici
- laboratori specializzati (sviluppo software, controllo di flusso,
manutenzione hardware, ...)
- studi dei docenti (finalizzati al lavoro comune su prg finanziati
da enti pubblici e privati)
- aula conferenze
- servizi di supporto
- laboratori cibernetici (o laboratori di guida)
- ...............................
Niente
aule, niente classi.
Si
tratta di impostare il lavoro con un gruppo di "laboratori cibernetici"
in cui sono presenti un certo numero di postazioni di lavoro. L'iscrizione
dovrebbe permettere l'accesso a queste postazioni (secondo l'orario
voluto) nell'edificio ma anche a casa, perchè tutto è
in rete. Più che iscriversi a scuola ci si iscrive ai corsi,
alle attività di ricerca, ai seminari, e via dicendo, sulla
base di un piano di studi definito. Ogni postazione deve permettere
di assistere alle lezioni (in diretta-interazione o registrate),
compiere ricerche, stampare, archiviare, filmare, fotografare, scannerizzare,
comunicare, ecc.. Ogni postazione multimediale dovrebbe permettere
l'accesso ad una rete internazionale (a parte quella della singola
scuola), secondo il livello individuale raggiunto, che permetta
di assistere alle lezioni dei maggiori esperti (volendo). Il dialogo
con i Docenti-ricercatori avviene tramite la rete interna e periodicamente
con sedute di discussione seminariale a
Tema.
In sostanza non ore di lezione ma ore di seminario. Anche le prove
di valutazione dovrebbero essere via rete.
Lo
studente deve poter "frequentare" da casa o da dove crede, oppure
può venire a scuola. Ma più che luogo di fruizione
l'edificio scolastico diventa, nella mia visione, luogo di ricerca
e di discussione.
Socializzazione
sì, ma finalizzata. La fruizione scolastica è decentrata.
Dal
concetto di "materia" o "disciplina" si dovrebbe passare a quello
di "ambiente",
che
potremmo intendere come "sito" in cui si:
-
ricevono informazioni da memorizzare
- formulano domande e si ricevono risposte
- comunica
- provano esperienze simulate (il fare)
- seguono lezioni in diretta con l'esperto del momento (questa settimana
c'è Einstein sul sito Fisica, la prossima inizia il corso
di Feynmann ...., per il prossimo trimestre seguirò le lezioni
americane di Calvino…)
- seguono lezioni in differita (che schifo il corso registrato in
12 lezioni di B.R.....)
- svolgono le prove di valutazione.
I
programmi dovrebbero definire gli ambienti, orientare i piani di
studio, dare l'ossatura generale degli stessi e poi tocca alla ricerca
della singola scuola riempire il tutto.
I
Docenti, organizzati per "ambienti" dovrebbero lavorare secondo
un programma di ricerca opportunamente deciso, finanziato e verificato.
2.
Dal concetto di aula al concetto di laboratorio cibernetico
Niente
è più triste di molte delle aule delle nostre scuole…Meglio
abolirle o meglio trasformarle veramente in laboratori. Un laboratorio
è uno spazio di ricerca individuale o di gruppo. In un laboratorio,
seguito da uno o più ausiliari con funzioni tecniche di supporto,
vengono elaborate idee, comunicati progetti, provati dei percorsi
esperienziali. Il laboratorio è un semplice contenitore per
lo sviluppo di programmi di lavoro. Assegnato o deciso il programma
di ricerca si procede secondo le necessità e le opportunità.
Ogni laboratorio ha una sua pagina nella rete interna che si aggiorna
automaticamente incorporando tutta l’informazione che dal laboratorio
esce giornalmente ed organizzandola in modo adeguato.
Toh….nel
LAB5 stanno girando un film didattico sul pendolo…cercano gli attori!
Peccato che lavoro già nel LAB21 al progetto del pallone
aereostatico … dovrei seguire quella lezione in diretta dal MIT
di notte! Ora mando una mail al Direttore ….
3.
Ambienti software per l'interazione pilotata
C’è
sicuramente molto da fare in questo senso. Ma molto esiste già.
Creare una rete interna non è un problema e neppure collegarsi
in giro per il mondo.
Quello
che manca è:
- velocità
di accesso
- gratuità
dell’accesso
- un
sistema operativo che integri il tutto e sia veramente stabile,
sicuro, inviolabile
- una
diffusione capillare del necessario hardware
- una
reale semplificazione del software.
Il
software esistente non soddisfa ancora. E’ lento, pieno di opzioni
inutili per il 98% degli utenti e quindi ridondante e/o costoso.
L’hardware è troppo esigente in termini di:
- spazio
- costi
di acquisizione e manutenzione.
Inoltre
è ancora poco malleabile alle più disparate esigenze.
Il
Docente deve poter entrare nella sua stanza (che condivide con altri
colleghi), sedersi ed accendere il suo hardware in modo da poter
visionare/modificare/integrare:
- le
pagine dell’ambiente di competenza
- le
pagine degli studenti iscritti al suo ambiente
- i
siti dei laboratori in cui operano
- le
varie caselle postali a cui ha accesso
- le
pagine delle prove di valutazione
- la
pagina del proprio seminario quadrimestrale
- le
pagine degli uffici e delle strutture di supporto
- le
pagine dei colleghi.
Deve
poter affiggere nella sua bacheca elettronica l’avviso che l’incontro
seminariale di Giovedì sulla meccanica classica è
spostato a Sabato, in quanto deve lavorare al CAD per proporre un
progetto base per la realizzazione di una camera a nebbia ai suoi
studenti. Ovviamente deve poter fare il tutto anche da casa, accedendo
alle risorse software della rete interna.
Lo
Studente deve potersi studiare da casa i percorsi formativi proposti
da quella scuola, deve potersi iscrivere ad uno direttamente tramite
la rete ed entrare così nella m.list degli "ambienti" di
interesse, comunicando direttamente con i Docenti.
Una
struttura del genere presuppone molti studenti in rete e pochi nell’edificio.
4.
Utopia realizzabile?
Dal
punto di vista di un Preside (pur se atipico…).
Datemi
25 PC da mettere in rete con 2 Laser, 2 scanner, due videocamere,
ecc., oltre ad un server ben pompato, per i Docenti;
- Datemi
26 stanze da adibire a studio in cui mettere i PC sopra indicati.
- Datemi
lo spazio di due palestre da suddividere in almeno 4 laboratori
ciascuno;
- Datemi
spazi ed arredi decenti;
- Datemi
altri 48 PC accessoriati da inserire nella rete interna, per
gli studenti (6 per ogni laboratorio);
- Datemi
25 Docenti motivati e desiderosi di imparare, suddivisi nei
vari ambienti;
- Datemi
dei finanziamenti adeguati (anche per pagare le pulizie e la
vigilanza);
- Datemi
dei buoni uffici, funzionali e con personale capace, attrezzati
come si deve;
- Datemi
almeno un anno per elaborare le proposte formative e formare
i Docenti (anno sabbatico).
In
queste condizioni credo che si potrebbe partire per fornire un servizio
sufficiente a circa 100 studenti di scuola media di I grado.
Rimarrebbero
chiaramente molti problemi, ma penso che si potrebbe iniziare, provare.
(Romano
Nasi)
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