Condizionamento
ed inibizione della creativita'
E' ben noto che il funzionamento fisiologico del cervello si forma
mediante l'apprendimento, meno noto e' il sistema con cui il cervello
viene formandosi mediante l'apprendimento.
Teorici
della fama di Edelman e Changeux hanno interpretato il sistema
di evocazione della memoria in termini di un "darwinismo
neuronale".
Ciò
sta a significare che i percorsi di integrazione cerebrale responsabili
della evocazione mnemonica, vengono strutturati per facilitare
il ricorso alle memorie dal rafforzamento di percorsi di integrazione
cerebrale ripetitivi, (repetita iuvant) che creano -di fatto-
un condizionamento della espressione mentale di ciascun individuo.
In
termini generali, pertanto, qualsiasi tipo di educazione ripetitiva
e' una forma di condizionamento; infatti sappiamo come determina
certi tratti acquisiti della identita' culturale dell'individuo,
sappiamo come quest'ultima essere un bene sociale ed umano per
aumentare la probabilità di generare confronti e far crescere
nuovi sistemi di integrazione cognitiva condivisi, ma che rischia
di divenire ipertrofica qualora viene acquisita come elemento
inflessibile determinate reazione ed antagonismo.
Per quel che concerne i meccanismi fisiologici dell'attenzione,
diversamente dalla evocazione delle memorie, essi rimangono più
liberamente stimolabili, ma .... questo e il punto, una società
ipertrofica di informazione puo' ingannarne la curiosita' verso
il nuovo mediante un sistema di assuefazione equivalente alla
storiella di "AL LUPO- AL LUPO CATTIVO" .
Il
pastorello, per non stare solo a guardare le pecore, gridava spesso
al LUPO al LUPO così che tutti accorrevano ... ma quando
il LUPO si presentò davvero nessuno corse a salvarlo.
Così
funziona il meccanismo dell'attenzione quando viene forviato da
un sistema reclamistico ciò sostanzialmente avviene per
il fatto che esso si richiude sullo stimolo di provenienza sotto
corticale, datosi che un sistema di informazione apodittica come
la réclame, non da' normalmente adito a nessuna esigenza
di riflessione cognitiva e quindi come ogni azione ripetitiva,
elude l'esercizio di integrazione che passa dallo stimolo della
attenzione alla riflessione ragionevole, quest'ultima infatti
e' funzione delle attività della corteccia degli emisferi
cerebrali superiori.
Se, pertanto, l'e.learning viene utilizzato per un trasferimento
ripetitivo di conoscenze anziche' per una condivisione di conoscenze
(NET-LEARNING) certamente anche un apprendimento che utilizzi
strumenti multimediali potrebbe condurre facilmente a generare
assuefazione e condizionamento.
Viceversa
e più facile che avvenga il rifiuto dell' e.learning impostato
con i criteri delle FAD (Formazione a Distanza).
Qui
dovrei aprire un altro capitoletto per far capire come a mio avviso
l'e.learning -come giustamente si e' detto- e' stata considerata
come una Medicina di una Malattia incurabile od inesistente.
Infatti
le piattaforme di e.learning sono state presentate come un medicamento
alla rifondazione della scuola che nessuno ha voluto prendere
in seria considerazione se non per fare del business da Internet.
E
facile pero' arguirne il rischio e quindi il rifiuto:
il
decadimento piu' completo e sistematico della naturale creatività
individuale.
Un
caro saluto Paolo
Firenze 02/LUGLIO 2003
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Director
of LRE // EGO-CreaNET - PAOLO MANZELLI
http://blu.chim.unifi.it/group/education/index.html
Education
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