Sotto
casa di mia nonna c'era un'osteria e qualche volta andavo a prendere
o vino, o olio, o olio e vino, o… Mentre la signora trafficava con
botti e bottiglie ascoltavo accalorati discorsi che sembravano aver
più forza in base al tasso d'alcool presente nel corpo dei
vari oratori.
Sotto
casa di mia madre c'era una trattoria - osteria. Qualche volta andavo
con bottiglie vuote a comprare o vino, o birra, o acqua, o pane.
Quest'ultimo, però, non l'ho mai effettivamente pagato perché
la moglie di Leonardo me lo regalava ogni volta, quasi fosse uno
scambio tra vicini di casa. Anche lì ascoltavo discorsi accalorati
su argomenti vari… talvolta molto impegnativi, quasi tutti con soluzioni
uniche. Ascoltavo anche il silenzio di un ragazzo, sì, un
ragazzo molto giovane, sempre col bicchiere in mano e tanta tristezza
negli occhi. Unico giovane in un ambiente pieno di anni ed anni.
In
vacanza con Patrizia (PT) c'era un cafè trattoria osteria
che ricordava canzoni di Guccini e quadri di Franco. Vetri appannati
per il fumo e sguardi prima vivi e poi spenti e poi accesi. Tavoli
di solitudine e tavoli di amicizia tendente a rissa. Qualche volta
andavo a telefonare a mia madre per cercare, quasi superando la
voce dei presenti, di dirle che tutto andava bene.
Per
i bambini/ragazzi una scuola osteria in tracce di temi e titoli
del tipo: "Cosa diresti a…." - "Come pensi si possa…." Giovani menti
impegnate a risolvere annosi problemi: il buco nell'ozono, le foreste
amazzoniche, le guerre e la pace… tra una merendina ed un succo
di frutta. Qualche volta una discussione in cerchio, quasi di passaggio…
Ma
tutto restava, resta e resterà tra le mura di una classe,
"cafè", trattoria, osteria.
Scienziati,
capi di nazioni sanno che qualcuno con un bicchiere di vino, di
birra od un succo di frutta ha già trovato una soluzione
per salvare il mondo?