Formazione continua e nuove tecnologie

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Formazione continua e nuove tecnologie

di Silvio Trotter

 

Il Quadro sociale ed economico

Una serie concomitante di fenomeni, tra i quali, da una parte la diffusione di Internet ed il progresso delle tecnologie multimediali e della comunicazione, dall'altra l'evoluzione della società verso modelli liberistici, la globalizzazione dell'economia la crescente articolazione dei profili professionali, la riconversione dei processi produttivi e le loro trasformazioni dovute all'evoluzione tecnologica, nonché la richiesta di flessibilità del mercato del lavoro, hanno riportato in primo piano il tema della formazione a distanza, come possibile risposta al crescente bisogno di formazione e aggiornamento professionale.

Naturalmente la disponibilità dei nuovi supporti e la novità delle conoscenze e delle abilità da trasmettere richiedono il completo ripensamento delle esperienze pregresse in questo settore, che acquista nel contesto descritto, un ruolo decisamente meno marginale che in passato. Cade inoltre, anche per ragioni riconducibili alle trasformazioni in atto nelle organizzazioni produttive e di erogazione di servizi, la tradizionale divisione esistente tra formazione professionale, rivolta a personale inserito, a medio livello, in contesti imprenditoriali e formazione rivolta a singoli individui diplomati e laureati, indipendentemente dal loro ruolo lavorativo.

L'incremento di fenomeni come la flessibilità e la mobilità del lavoro, mentre influisce in direzione della quantità e della qualità dei contenuti, aumentandone il numero e la varietà, unifica di fatto le tipologie di quelle che si impongono come funzionali a qualunque tipo di collocazione nel mondo del lavoro.Tra queste, assieme alle abilità nei diversi ambienti applicativi dell'office automation e di altre applicazioni informatiche e alla conoscenza delle lingue, vanno assumendo sempre maggiore importanza le abilità di comunicazione, di relazione con il pubblico, di decisione, la conoscenza di continuo aggiornata di un quadro normativo in rapida evoluzione, etc.

Il mio amico Fabrizio, brillante tecnologo del settore dei trasporti, mi ha confidato le molte frustrazioni che si trova a subire all'interno del suo lavoro di dirigente tecnico di una grande azienda di servizi pubblici. Giovani, laureati da poco, che sproloquiano di Internet, Intranet, New Economy e usano un linguaggio pieno di incomprensibili acronimi, vengono valorizzati oltre misura, usurpando incarichi e prerogative. E' un fenomeno generale che interessa la generazione dei cinquantenni, che hanno, chi più chi meno, continuato a fare con scrupolo e lealtà il loro mestiere, ma che non hanno intuito le conseguenze delle ultime, profonde trasformazioni che caratterizzano il mondo in generale e quello del lavoro in particolare e che hanno conseguentemente trascurato di tenersi aggiornati su di esse.

Ingenuamente, sulla scorta delle esperienze vissute, hanno pensato che continuare a fare bene il proprio lavoro, nel modo in cui avevano faticosamente imparato a farlo, garantisse loro una rendita di posizione ed una collocazione nella gerarchia, in progresso secondo i ritmi di sempre. Hanno creduto che per loro fosse giunto il momento di smettere di imparare e di raccogliere i frutti di una vita, in una comoda e gratificante amministrazione del lavoro e dell'esperienza accumulati. Certo il mondo esterno faceva loro arrivare continui segnali di mutamenti in atto.

Ma la maggior parte delle cose che riuscivano a capire faceva loro credere che si trattasse più di giochi per ragazzi che di cose serie, come quelle di cui loro si occupavano. Per di più intuivano, con colpevole sufficienza, una propria estraneità al linguaggio, al fascino dei gingilli ed alle attitudini necessarie alla comprensione di tali novità. Assistevano con fastidio alle insolenti perfomances di ragazzotti saputi e sopravvalutati, ma in fondo, a loro giudizio, solo marginalmente coinvolti nei processi decisionali di loro competenza.

E' quindi con sgomento che si sono dovuti rendere conto che giorno dopo giorno, il potere di questi alieni si va espandendo, che essi incombono sempre più minacciosamente sul loro territorio e che il rischio di essere scavalcati e emarginati sta diventando concreto. Essi cominciano a vedere nel loro futuro i recinti di una riserva per specie in via di estinzione e tendono a reazioni irragionevoli e sterili. Alcuni si deprimono nel compiacimento della sconfitta abbandonando il campo e sbandierano l'orgoglio della autoemarginazione; solo pochi di essi non trovano ulteriormente sbarrate le porte della tradizionale via di fuga della pensione precoce, mito dei trascorsi decenni, e si consumano in un penoso purgatorio di "pensionati in servizio". Altri, più combattivi, tentano di resistere, usando tutto il loro potere per creare intralci e cavilli alla macchina, inarrestabile della modernizzazione, finendo per uscirne egualmente stritolati ed espulsi.

Solo pochi capiscono che non esiste alternativa all'adeguamento e che anzi il caso ha messo sulla loro strada l'occasione per valorizzare le loro qualità, a volte trascurate, da una dinamica di un vecchio potere svincolato dal bisogno di premiare l'efficienza, anch'esso, fortunatamente, messo in qualche difficoltà dalle trasformazioni in atto. Ed è a quest'ultima categoria di persone che ha l'occasione di affacciarsi su uno scenario nuovo ed insospettato di gente adulta che partecipa a processi di formazione continua, standosene comodamente a casa propria, discutendo alla pari con gli esperti di maggior livello nei settori che lo interessano e con gli altri che assieme a lui percorrono gli stessi itinerari di crescita professionale, scambiando con loro esperienze e competenze. Si rende conto di essersi sempre fatto l'idea che rimettersi a studiare lo avrebbe riprecipitato in quella dimensione frustrante vissuta da giovane, sui banchi di scuola, e da adulto, nelle sale dei convegni, in un'atmosfera mista di noia e goliardia, dai quali, tutto poteva aver ricavato, tranne che strumenti utili alla propria realizzazione nel lavoro.

Quando mai la sua esperienza e le sue capacità avevano costituito il punto di partenza per un arricchimento delle sue possibilità all'interno dell'organizzazione nella quale operava?

Quando mai le sue mansioni quotidiane erano state l'oggetto di una analisi profonda intesa all'ottimizzazione delle sue prestazioni?

Quando mai sugli argomenti di suo interesse aveva avuto la possibilità di interrogare ed avere risposte dai più qualificati esperti della materia?

Ed ora scopre che tutto questo era possibile proprio grazie al progresso di quelle tecnologie che, in fondo, ora può ammetterlo, tanto lo spaventavano, e che invece gli si rivelano amichevoli e non così restie a farsi usare, grazie alla guida di professionisti della semplificazione, e non di improvvisati insegnanti, terroristi più o meno involontari, che finora aveva incontrato sul proprio cammino di volonteroso apprendista della tecnologia. Certo deve cambiare un po' anche lui, ma che fatica!, il suo atteggiamento rispetto all'apprendimento. Non più soggetto passivo e "ignorante" dell'azione del "sapiente" di turno ma "autodidatta facilitato", da una solida organizzazione, che metta a sua disposizione, e nel momento giusto, tutti gli strumenti personalizzati a lui utili, in una sequenza intelligente, capace, di per sé, di coinvolgerlo in una appassionata partecipazione.

Aggiungiamoci pure che problemi simili, fatte le dovute proporzioni con le rispettive caratteristiche, affliggono anche una gran massa di giovani diplomati e laureati che la scuola ha messo sul mercato del lavoro senza le necessarie competenze ed abilità, ed avremo, da un lato un panorama sconfortante dello stato delle risorse umane del Sistema Paese e dall'altro un mondo di possibilità per chi voglia metter mano ad iniziative capaci di incidere positivamente sulla situazione. Le condizioni al contorno non sono del tutto sfavorevoli: l'Europa ha destinato notevoli risorse economiche al processo di modernizzazione ed esiste una discreta attenzione al problema da parte delle Istituzioni nazionali, anche se c'è l'impressione che, spesso, le risorse erogate prendano strade diverse da quelle giuste o almeno da quelle che a noi sembrano tali. Cercheremo di spiegarci meglio nel seguito di questo intervento.

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Le risposte organizzative

A fronte di tale quadro le iniziative da assumere sono molteplici e complesse. Esse si devono evolvere verso la realizzazione di un sistema formativo parallelo a quello esistente della fascia scolare, perché destinato a servire necessità e soggetti del tutto diversi. Il nuovo sistema deve rivolgersi alle necessità di formazione delle aziende, delle pubbliche amministrazioni, delle professioni, dei diplomati e laureati che si affacciano mercato del lavoro, degli insegnanti e in generale di coloro che nella loro attività hanno bisogno di aggiornare le conoscenze e conseguire nuove competenze e abilità. Deve perciò fornire occasioni di formazione continua, efficace, aggiornata, semplificata, pronta all'uso. In quest'ottica assume un ruolo preponderante la formazione a distanza nelle sue diverse modalità operative ed in particolare in quelle basate su nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

Per ottenere tutto questo va avviato un processo che coinvolga diversi soggetti istituzionali e non e devono essere destinate al settore notevoli risorse. Ciò non esclude che, in attesa di una completa presa di coscienza da parte delle istituzioni preposte le istituzioni e delle conseguenti iniziative, molto possa e debba essere fatto da chi avverta il bisogno di avere un ruolo all'interno del processo e tra questi gli istituti universitari e scolastici, anche consorziati tra loro ed in collegamento con il mondo del lavoro. Sul campo esistono strumenti e risorse già disponibili spesso sottoutilizzate. Anche in questa microscala molte possono essere le cose realizzabili e degne di nota, soprattutto nell'ambito della sperimentazione di strumenti e metodologie e nell'esplorazione di un possibile mercato.

ll modello organizzativo delle iniziative è in corso di studio da parte di soggetti di diversa natura con risultati disomogenei. In ogni caso una soluzione adeguata è lungi dall'essere disponibile dal momento che il relativo mercato di utenza non ha ancora la necessaria maturità per sostenere l'iniziativa imprenditoriale, anche perchè è disorganizzato e disorientato da un'offerta sin qui disponibile, scoordinata ed inadeguata, poco supportata da una strumentazione tecnologica la cui efficacia è spesso notevolmente inferiore all'immagine che ne danno i media.

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Una rivoluzione del sistema formativo in ogni Paese: il caso Italia

Il fenomeno ha scala mondiale, ma permane la necessità che ciascun paese organizzi la propria risposta e questo per varie ragioni. Innanzitutto si tratta di innescare un processo culturale e quindi ogni paese lo deve conciliare con il proprio patrimonio di esperienza e con le proprie risorse umane. In questa prospettiva la lingua assume un peso determinante in molte delle abilità comunicative da indurre. Inoltre il contesto normativo e giuridico cambia da un paese all'altro e condiziona sia i contenuti dei materiali da trasmettere che i requisiti necessari alle figure professionali da formare.

La situazione italiana si caratterizza per i seguenti elementi: autonomia amministrativa delle Università e delle Scuole, con capillare presenza su tutto il territorio nazionale crescita e trasformazione qualitativa dell'offerta privata di istruzione a vari livelli accentuata separazione tra agenzie formative aziendali e sistema pubblico dell'istruzione e concentrazione di quest'ultimo sulle fasce d'età scolari scarsa pratica di modalità di formazione non tradizionali insediamento umano molto diffuso sul territorio La situazione italiana è per di più caratterizzata da un accentuato fenomeno di tendenza alla privatizzazione di aziende pubbliche, quanto meno nel modello organizzativo e funzionale, che dà vita ad aziende di grosse dimensioni, soprattutto nel settore servizi fondamentali (trasporti, comunicazioni, energia, etc.) e di dimensioni medio piccole in altri settori, tra i quali l'istruzione.

Il fenomeno funziona come moltiplicatore dei bisogni di formazione, proprio per il debutto sul terreno della competizione aziendale di figure tradizionalmente estranee ad esso, e tra queste gli operatori della scuola. Con riferimento poi alla tradizionale suddivisione del territorio nazionale in Nord e Sud si può affermare che le differenziazioni normalmente riconosciute ai due comprensori non incidano quantitativamente sul fabbisogno di formazione poiché al Nord esso si propone come funzionale alla forte produttività mentre al Sud può svolgere un ruolo di supporto alla scarsa iniziativa locale, alla difficoltà dei collegamenti e delle infrastrutture, alla forte presenza di disoccupazione giovanile.

Si rende perciò particolarmente necessaria una risposta articolata in direzione dell'organizzazione ed orientamento della domanda, di individuazione e coordinamento dei soggetti a cui affidare l'iniziativa, di ricerca sul campo per la sperimentazione degli strumenti e dei materiali e di individuazione e formazione dei formatori. L'operazione si presenta complessa perché si tratta di un processo con tempi relativamente lunghi che implica anche profonde trasformazioni culturali in seno alla società ed alla Istituzioni.

È utile citare, per esperienza diretta di chi scrive, come esempio di iniziative nella direzione auspicata, il Consorzio Interuniversitario For.Com., Formazione per la Comunicazione, che basa, proprio su una analisi del tipo di quella proposta, l'azione che va svolgendo sull'intero territorio nazionale. Forcom nasce dall'iniziativa di alcune Università italiane ed europee, che una decina di anni fa unirono le proprie energie per fornire un servizio di formazione aperta, continua flessibile, soprattutto nei settori della Formazione e della Comunicazione ed in quelle fasce di utenza già presenti nel mondo del lavoro, delle imprese, delle professioni e della pubblica amministrazione. Forte fin dalla nascita di tradizione ed esperienza nella sperimentazione di metodologie didattiche innovative, prescelse di dedicare la maggior parte delle proprie risorse nel campo della formazione a distanza, proprio sulla base delle valutazioni svolte in apertura di questo intervento.

Ad oggi esso rappresenta uno dei protagonisti della formazione professionale e degli adulti nel nostro Paese, forse quello che più di tutti tenta di svolgere il proprio ruolo preferendo misurarsi con il mercato, piuttosto che accedere al finanziamento pubblico, al quale avrebbe, comunque, diritto, per i servizi prestati senza fini di lucro. Uno degli elementi di novità che rilanciano le problematiche della formazione a distanza, anche nel nostro Paese, è la disponibilità di nuovi strumenti tecnici che supportano la comunicazione in modo inedito ed articolato. Si pensi in particolare alla multi-medialità, ad Internet ed a tutto ciò che questi fenomeni portano con sé.

Dall'altra parte anche nel mondo del lavoro si segnalano interessanti novità, quali una crescente ipercompetività tra le imprese, in parte frutto della globalizzazione del mercato, un conseguente forte ampliamento di prodotti e servizi offerti. Da questi due fenomeni,e da quelli da essi indotti, scaturisce, tra l'altro, la necessità di formazione in maggior quantità e di diversa qualità. Si tratta di far fronte a meccanismi come il decentramento delle competenze decisionali, comunicative, relazionali, ed alla rapida evoluzione dei quadri normativi. Quello che rappresenta una concreta risposta alle esigenza rappresentate è la messa a punto di un sistema di formazione continua. In tale processo sono coinvolte, da un lato le imprese, nella più ampia accezione come sopra definita, alle quali viene richiesta la previsione di specifici investimenti, dall'altro le agenzie formative pubbliche e private, già esistenti e le altre che si dovranno creare per l'espansione del fabbisogno, che dovranno provvedere alla messa a punto di metodologie innovative e materiali adeguati.

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Gli insegnanti e i giovani protagonisti dell'innovazione.

A chi affidare una così complessa operazione?

Di fronte ad un quadro come quello sopra delineato, viene spontaneo chiedersi, tra le altre questioni sollevate, quali sono, se ci sono, le cosiddette risorse umane del sistema paese da valorizzare in questa occasione. Esse vanno ricercate, naturalmente in molte direzioni, ma a noi piace segnalare due categorie sociali che hanno titoli per diventare protagonisti di questa azione: gli insegnanti e i giovani laureati e diplomati. Da un lato ci sono perciò i molti insegnanti della scuola pubblica, che in questi anni hanno intrapreso con le sole risorse personali un cammino di auto-aggiornamento, spinti solo dalla proprio orgoglio professionale al miglioramento, alla modernizzazione, allo stare al passo con i tempi

Quali sono le caratteristiche che fanno di un soggetto con specifiche esperienze di didattica vissuta una figura professionale adatta ad operare in questo nuovo contesto socio culturale? Naturalmente parlo soprattutto di quegli insegnanti che avvertano le trasformazioni in atto e siano motivati a non lasciarsi superare dai tempi. A costoro, ove vogliano lasciarsi coinvolgere nel processo di creazione di un sistema di formazione continua, sarà dato di sfuggire all'incantesimo che condanna il maestro ad invecchiare di fronte ad alunni che rimangono sempre giovani, e quindi di rimanere, in qualche modo, giovani anch'essi.

A queste condizioni un tale insegnante è un privilegiato perché, anche se questo mestiere ha perso molto del suo prestigio sociale, rimane i tra i più belli con i quali uno possa riempire la propria esistenza. Egli assiste a inedite trasformazioni epocali di ogni genere: politico, sociale, economico, tecnologico. Ed essere testimone di tante trasformazioni aiuta a capire, se hai gli strumenti per farlo, e chi capisce spiega, cioè insegna. Giova ad esso anche un'altra caratteristica, perché, in qualsiasi modo lo si faccia, l'insegnante è uno che ha rimandato il più possibile il proprio ingresso nella vita, accomodandosi nel guscio protettivo del conosciuto mondo della scuola. Questo fa spesso di lui un eterno studente, magari irresponsabile e giocherellone, ma sicuramente curioso, entusiasta, creativo e sperimentale.

Queste ultime caratteristiche sono quelle che lo predispongono all'incontro con i giocattoli tecnologici che il nostro tempo sforna ad un ritmo tale da disorientare menti più positive ma, in genere meno elastiche. Diciamolo una volta per tutte, gli strumenti tecnologici sono macchine meravigliose che permettono di confondere ogni giorno fantascienza e realtà ma non commettiamo l'errore di prenderli troppo sul serio e di perdere di vista il fatto che sono strumenti nelle nostre mani e che il loro uso è condizionato dalla nostra abilità nel servircene. Ebbene al ritmo con cui ce ne sfornano di sempre più sofisticati, travolgente, storicamente inedito, il rischio di non avere il tempo necessario a capire come servirsene è concreto.

Esiste un altro problema altrettanto concreto ed è che laddove manca l'iniziativa delle Istituzioni formative e dei gruppi e dei singoli addetti, della cosa si stanno occupando direttamente produttori, Il loro compito, una volta messo sul mercato l'oggetto, è appunto quello di trovargli il maggior numero possibile di utilizzazioni. Parafrasando un celebre motto , verrebbe da dire "l'educazione è cosa troppo seria per lasciarla in mano agli informatici, ai tecnici, ai produttori di tecnologie". Mi piace a tal proposito ricordare quello che raccontava Riccardo Degli Innocenti, insegnante di lettere, che nella sua scuola si trovò un giorno scavalcato nell'elenco alfabetico dei docenti , dai colleghi con nomi che iniziavano con il D apostrofato, come D'Ovidio, e simili.

Il fatto si verificava perché l'elenco aveva cominciato ad essere prodotto dal computer, il quale colloca l'apostrofo prima delle lettere dell'alfabeto, e non dalla mente umana. Preoccupato dal fatto che questo piccolo fenomeno fosse solo l'inizio di una più dirompente barbarie, decise di dedicarsi personalmente della applicazioni informatiche alla didattica ed ora è uno dei più noti esperti italiani della materia. Il secondo soggetto che deve essere coinvolto in questo processo è quello costituito dai giovani laureati e diplomati in cerca di uno sbocco occupazionale, ma anche soprattutto di risposte adeguate alla loro pressante necessità di trovare un ruolo in questo processo sociale ed economico in rapidissima evoluzione. Sembra superfluo sottolineare che essi, opportunamente indirizzati, hanno tutto ciò che serve a prendere in mano la situazione.

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Il secolo di Internet

Per capire la portata dell'innovazione tecnologica e dei suo riflessi nel campo dell'istruzione in generale e di questo settore in particolare, basta porre attenzione alle continue evoluzioni, quotidianamente sotto i nostri occhi, dei computer e del mondo delle telecomunicazioni, uniti al fenomeno Internet.

La somma delle due tecnologie più importanti della seconda metà degli anni '90

- la telefonia mobile e le autostrade dell'informazione

- sta producendo un mutamento sociale ed economico fondamentale che avrà notevoli ripercussioni nel secolo che sta per iniziare.

In particolare la futura trasformazione degli accessi mobili come canale preferenziale per andare on-line apre tutto un mondo di nuove possibilità. È già possibile qualche incursione in Internet attraverso il telefono cellulare, ma questo, ci dicono, è solo il principio. Sul versante dei computer, d'altra parte, i portatili hanno raggiunto dimensioni microscopiche e si stanno avviando ad essere quel supporto delle dimensioni di un libro tascabile, che giustifica l'idea della cosiddetta editoria elettronica. Un piccolo PC portatile, da solo o associato ad un telefono cellulare, neanche troppo evoluto, compie miracoli di comunicazione, dovunque voi siate, in collegamento con tutto il mondo.

Nel campo della formazione già si consumano esperienze di scuola on the road, nel senso che il contatto tra discente e docente è compatibile anche con i loro spostamenti sul territorio per ragioni diverse. Nelle pause di un viaggio una attrezzatura pressoché tascabile permette al docente di tenersi in quotidiano contatto con gli allievi remoti e naturalmente viceversa. Tanto per non sembrare travolti da entusiasmi modernisti soffermiamoci un attimo anche su alcuni degli svantaggi che questo comporta.

Innanzitutto non siamo del tutto sicuri che sia un bene il fatto che il lavoro ti insegua ovunque. Già ce ne eravamo accorti con la rapida diffusione del telefono cellulare e le ulteriori evoluzioni si annunciano come ancora più invasive del nostro tempo e della nostra sfera privata, nei confronti della quale dovranno essere studiate apposite misure protezionistiche. Per di più le macchine costano e devono essere continuamente cambiate, divorano sempre nuovi programmi, loro e i programmi richiedono tempi per apprenderne l'uso. Di conseguenza la possibilità di tenersi aggiornati risulta praticamente inaccessibile al singolo privato, imponendo la necessità che degli oneri si facciano carico organizzazioni istituzionali o altre no-profit, capaci di indirizzare risorse in tale direzione.

Dall'analisi che Forcom, ha messo a punto in un decennio di presenza sul campo come Istituzione culturale che nasce dalle sinergie di Università italiane ed europee e che ha scelto la formazione a distanza come via moderna all'assolvimento dei propri compiti istituzionali, discendono i seguenti obiettivi :

Sensibilizzazione delle centrali di formazione (Università, Scuole, Grandi aziende, Sindacati, etc.)

· Formazione dei formatori (tutor, esperti, etc.)

· Diffusione dell'uso di Internet

· Sensibilizzazione degli insegnanti all'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione

· Fornire agli insegnanti gli strumenti per comunicare in rete

· Fornire agli insegnanti gli strumenti per produrre materiali didattici evoluti

· Sollecitare la produzione di materiali evoluti (massima interattività e facile collaborazione

· Favorire la progressiva sostituzione della "cultura del supporto cartaceo" con quella del supporto magnetico

· Sensibilizzazione dei governi perché cambino la regolamentazione delle iniziative formative, valorizzando la formazione a distanza (problema molto sentito in quegli stati in cui prevalga il modello pubblico del sistema formativo)

Revisione delle modalità di erogazione della formazione di fronte al fenomeno per cui la rete globale ha incrementato, con geometrica progressione lo scambio di materiali tradizionali, creando assieme ai molti aspetti positivi un effetto di "troppo pieno" nei soggetti della formazione.

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I riferimenti esistenti

Il modello proposto dalle università nord-americane, opportunamente rielaborato indica una strada possibile e di interessanti sviluppi. Diversamente da quanto succede in Europa, dove prevale un modello "accademico", anche se è in atto un tentativo di inversione di tendenza, esse sono decisamente orientate al libero mercato, caratterizzato da:

· libera e leale concorrenza tra istituti,

· massima circolazione dei materiali,

· senso dalla comunità disciplinare,

· mercato dei docenti che stimola lo scambio e l'iniziativa.

Pertanto il modello organizzativo assunto si è basato sulla realizzazione ed il continuo sviluppo delle seguenti strutture:

· una centrale di sperimentazione continua degli strumenti

· una rete di formatori al servizio di una rete di utenti

· una comunità virtuale on-line che discuta continuamente

Oltre all'esperienza di Icaro 2000 , oggetto di questa pubblicazione , l'azione del settore on-line si articola sulle seguenti iniziative che sono in preparazione nel momento in cui scriviamo.

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Iniziativa n. 1 : L'Osservatorio OLE

Sta nascendo presso FORCOM l'Osservatorio della On-Line Education (OLE) in Italia, che si propone di dare visibilità, verso l'utenza e gli operatori, alle iniziative on-line delle diverse agenzie formative, pubbliche e private. L'adesione all'iniziativa è richiesta a destinatari individuati, in una prima ricognizione e sulla base di collaborazioni già in atto, come protagonisti interessati e/o attivi nel settore. Lo scopo è quello di orientare la crescente domanda di formazione in tale modalità, costituire un riferimento per gli operatori del settore, iniziare un processo di coordinamento e scambio di esperienze, inteso ad un arricchimento della varietà e della qualità dell'offerta.

Il sito dell'osservatorio, in fase di allestimento (http://osservatorio.forcom.it), ospita le informazioni e i contributi delle diverse agenzie nazionali e offre l'indirizzario e-mail degli operatori accreditati attraverso la presente procedura. Inoltre si propone come referente di quanti, ancora non coinvolti in specifiche iniziative, guardino al settore con interesse, vogliano portare ad esso il contributo delle proprie competenze ed idee, e siano in cerca di partner per valorizzarle e metterle in pratica.

Tra questi, docenti, Enti ed associazioni con fabbisogni formativi, singoli professionisti, operatori culturali, agenzie di formazione professionale e d'impresa e tutti quanti vedano nel settore la possibilità di raggiungere in tal modo la disorganizzata e disinformata, ma massiccia domanda di formazione che proviene dalle più diverse realtà lontane e vicine, collettive ed individuali. FORCOM, dopo una pluriennale sperimentazione nella FAD , ha avvertito la necessità di coordinare le proprie iniziative con quelle degli altri soggetti già, o non ancora, attivi nel settore, Università in primo luogo, che siano interessati ad un processo di crescita ed ad una maggiore visibilità e appeal delle proprie iniziative nel campo della formazione on-line.

Per questo ha messo a disposizione i propri canali di informazione al pubblico (Televideo, Internet, News letter, Editoria, Sedi decentrate, Ordine degli Studi, Ufficio stampa, etc.) oltre che il, proprio Network territoriale presso Scuole ed enti locali, con la rete di video conferenza, le strutture didattiche, tecnologiche ed organizzative (sistemi di computer conferencing, di produzione multimediale, di valutazione automatizzato, etc.), operative da più di un decennio di attività nel settore della Formazione e Aggiornamento professionale a Distanza e con un ricco Catalogo di offerta formativa (vedi www.forcom.it).

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Iniziativa n. 2 : Un Convegno

E' in corso di preparazione un Convegno on-line, il primo del genere, sui temi della Formazione On-Line I partecipanti arricchiscono, con argomenti di un loro personale contributo sul tema, attraverso interventi erogati via e-mail, il documento introduttivo alla discussione, pervenuto loro con lo stesso mezzo. Il Convegno è l'inizio di un programma ambizioso, anche se ha già delle radici in un decennio di esperienza di formazione a distanza ed in più specifiche esperienze di formazione on-line. Esiste però in questa nuova iniziativa una diversità sostanziale: essa intende avviare un processo che non si esaurisca all'interno di un periodo temporale predefinito, e, analogamente vuole essere indifferente ad una qualsiasi gabbia progettuale.

In poche parole lo scopo è quello di costituire un riferimento, un luogo virtuale, un'accademia virtuale di insegnanti e educatori, anche non professionali, da un lato e di "discepoli" dall'altro che si confronti e si intrattenga, ma soprattutto cresca, su tutte le possibili articolazioni di uno stesso tema principale, che, in modo impreciso può essere così definito: "Comunicazione e ambienti di vita e di lavoro"

Ma, ed è questo lo spirito della cosa, l'argomento deve essere visto come pretesto per un altro, o forse altri scopi: quello di cominciare a praticare la comunicazione on line, come cosa che appartiene al mondo dell'educazione, da parte di quelli che se ne occupano per mestiere innanzitutto e da tutti coloro che avendo qualcosa da dire e da insegnare ci hanno finora rinunciato perché non disponevano della sede adatta a farlo. Il tema del Convegno è "Proposte scientifiche e organizzative, docenti da invitare e seminari per l'anno accademico 2000-2001 della "Open University Italia On Line", brevemente Open Line (O.L.).

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Iniziativa n. 3: Educare alla comunicazione.

La "Accademia degli stili della comunicazione" E' un luogo appartato e tranquillo dove si coltiva il gusto della conversazione, della sperimentazione, della ricerca, del contatto tra amici ma soprattutto il gusto maieutico di un' educazione aperta e collaborativa verso tutti coloro che, attratti dal fascino discreto degli argomenti e dal garbo con cui vengono trattati, previo inavvertito deposito di un piccolo obolo nel mantello del maestro, si lascino coinvolgere in un processo di apprendimento che gli dischiuda nuove porte mentali e fisiche. In essa ognuno degli invitati può proporre il suo contributo nell'ambito dei temi della comunicazione in se stessa e nei suoi diversi intrecci con la scrittura, l'informatica, la politica, l'arte i media, la tecnologia e, più in generale, sui temi della circolazione delle informazioni e dei valori nelle comunità e tra le comunità, produttive o sovrastrutturali, politiche o morali, virtuali o fisiche.

Mai come nel momento in cui la rete mondiale ha reso possibile la collaborazione tra persone distanti nello spazio e negli interessi, (ma esplorerei anche le possibilità di collaborazione tra persone distanti nel tempo), si sono ricreate le condizioni delle origini della civiltà, dell'agorà, dei maestri di strada, delle universitas, dei profeti, dei menestrelli e via aggiungendo secondo un vostro personale gusto. Per le modalità esecutive di attivazione dei seminari si rimanda al sito, in allestimento, www.open-university.it , tenendo però conto che quest'ultima iniziativa vuole in realtà rappresentare il nucleo iniziale di una risposta più articolata al problema enunciato in partenza.

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Conclusioni

In estrema sintesi tentiamo un'enunciazione apocalittica di questo problema:

"Esiste un modello proponibile oggi per dare adeguate risposte alle speciali modalità in cui si manifesta una nuova, massiccia, disorganizzata e varia domanda di formazione continua in un società in rapida e sconvolgente trasformazione?"

La nostra proposta vuole essere, come nella migliore tradizione, modesta e concreta. Non sappiamo qual'è il modello vincente ma stiamo provando a percorrere la strada che è alla nostra portata. Abbiamo cominciato con l'esperienza di Icaro 2000, che vi presentiamo in questa occasione, ma già mentre scriviamo, anzi proprio facendolo, abbiamo ricavato da essa gli insegnamenti e le idee e conosciuto le persone che ci permettono di proseguire con nuove iniziative, di tentare nuove strade, di coinvolgere nuove risorse.

Ed abbiamo imparato una lezione fondamentale: gli adulti imparano da soli ed hanno tutti qualcosa da insegnare, il circolo virtuoso si innesca se si entra tutti nell'ordine di idee di aver qualcosa da imparare, senza distinzioni tra docenti e discenti, esperti e imbranati, addetti ai lavori ed emarginati, occupati e disoccupati.

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