GRUPPO
ITALIANO
Inizia
la lettura degli articoli e pervengono in area piccole timide proposte.
In
realtà ciascuno di noi è attentissimo a non scoprirsi troppo, a non urtare
la suscettibilità dell'altro, a esaminare con attenzione le risposte.
Non abbiamo mai fatto un lavoro di questo tipo, abbiamo un po' paura,
siamo anche disorientati e cerchiamo di capire quale possa essere la strada
migliore. I nostri tutor ci guardano e, anche se in modo discreto, intervengono
di tanto in tanto, complessivamente, però, ci lasciano molto liberi di
cercare e trovare la strada che ci è più congeniale.
ALCUNI
INTERVENTI ESEMPLIFICATIVI
Solo a titolo
di esempio , propongo in allegato un "punto di partenza"
e un modello tutto da inventare per il compito che ci attende.
A
presto
Giovanna
|
Cari Colleghi,
vi invio alcune riflessioni
sull'articolo " Aspetti comunicativi……..".,
cercando di focalizzare i punti fondamentali
1°)Bisogni di formazione
1) Nello schema seguito dagli
autori dall'analisi della nuova realtà si arriva ai nuovi bisogni
di comunicazione e quindi ai nuovi strumenti, potrebbe essere opportuno
riagganciare lo scritto di Kaye, inserendo soprattutto il progresso
tecnologico, che mi sembra determinante. Vi invio una bozza di un
possibile schema: serve anche a me per chiarirmi le idee e pertanto
vi invito espressamente a portare le correzioni che ritenete opportune,
rinviandolo; in particolare mi interessa la vostra opinione sulle
correlazioni e sul feedback.
2°)CMC tramite l'analisi della
esperienza Polaris
-Comunicazione scritta:
lenta, vantaggio: il messaggio può essere riletto
-Comunicazione telefonica:
tempestiva (sincrona) aggiungerei la
possibilità di ricevere messaggi dal tono, dalle inflessioni.
-Nel
parlato-scritto:
.................................................
· la comunicazione diviene meta-comunicazione, spesso gli stati
d'animo vengono descritti, vengono spesso usati gli smiley per evitare
malintesi
· minore
rilassatezza
non mi trovo del tutto d'accordo con
questa affermazione, ritengo invece che il "non essere visti"
possa determinare l'effetto contrario, ricordiamoci di cosa fanno
i nostri allievi in chat.
3°)Fenomeni osservati
in Polaris
· ..........................................
Riguardo al primo punto , è necessario
a mio avviso introdurre un metodo di scrittura particolare . Il
tutor dovrebbe avere il compito di dare indicazioni anche su questo.
Trovo comunque sia una cosa difficile
da realizzare con allievi ancora in formazione o in alcune attività
di rieducazione degli adulti.
4°)Conclusioni
- Significato di comunicazione
- Importanza della comunicazioni a distanza
- Difficoltà dell'introduzione metodologica nel mondo della scuola
Sono pienamente d'accordo, non
proporrei tuttavia in astratto corsi di aggiornamento per i docenti.
I corsi esistono già, ma seguono la stessa metodologia contro la
quale stiamo discutendo, ritengo sia necessario avere formatori
"formati".
A presto e
un buon fine settimana per tutti
Laura
|
Partendo dallo schema di Giovanna, tento di proseguire
da "La tecnologia dell’informazione – suo ruolo nei processi
di apprendimento" con il mio allegato
L’articolo è corposo ma mi sembra
propedeutico agli altri.
Ho scritto quelle che per me sono
i punti chiave (sono dati del testo, non mie riflessioni) in una
sequenza lineare perché è più facile fare eventuali modifiche da
Voi suggerite.
Ho comunque utilizzato i diversi
stili e dimensioni di carattere per evidenziare la loro gerarchia.
Spero sia comprensibile.
Elisa
|
Ciao,
ho
completato la tab., ma questa cosa degli schemi come sintesi mi
convince poco.
Che
dite, non sara' forse il caso di qualche cosa di piu' discorsivo?
A
presto, Linda
|
Carissimi,
per quanto riguarda le letture
sono a buon punto (manca solo parte di "Aspetti comunicativi
della FaD"), cosi' come sono certa siate anche voi.
Lungo il viaggio, oltre a leggere
un po', mettere qualche "nota a margine", ho anche buttato
giu' una sorta di web per cooperare tutti insieme alla costruzione
della sintesi; ma vorrei sentire il vostro parere rispetto a questa
iniziativa che ho preso senza consultarvi prima (perche' in viaggio).
Ho "montato" - "pubblicato"
ieri pm la proposta in http://bscw.gmd.de/bscw/bscw.cgi/ cosi' che
l'idea puo' essere descritta in modo piu' chiaro di quanto non mi
riuscirebbe di fare con le parole.
Ho
pensato di utilizzare il sistema BSCW
perche' permette a tutti di montare, smontare, ordinare, stravolgere....
Questo
puo' far parte dei "pro". Per "contro" abbiamo
(nel caso vada bene questa proposta) al momento solo cinque possibilita'
di accesso.
Attendo
vostre osservazioni e altre contro proposte, linda
|
Cara Linda,
ho ricaricato
nella BSCW l'immagine della città senza l'accento (il link nelle
pagine è fatto in questo modo).
Adesso compare
correttamente in sintesi e bisogni. Adesso ho riunione a scuola
e devo andare, terminerò più tardi. (A proposito i fiorellini sono
molto carini)
Ciao
Laura
|
Agostino scrive:
Questo mi da la possibilità di fornirvi
dei consigli e dei suggerimenti. Il consiglio principale consiste
nel fare una bozza provvisoria della sintesi finale prima di arrivare
alla versione definitiva. E' in quel momento che ognuno proporrà
piccole modifiche, integrazioni, che qualcuno di voi potrà ricomporre
nella versione definitiva. Tutto questo rappresenta un po' l'anima
dell'attività collaborativa, un passaggio obbligatorio direi.
Una sintesi fatta da brani semplicemente "incollati" tra
di loro sarebbe infatti assai poco collaborativa, ma piuttosto "cooperativa"
secondo una distinzione tipica della letteratura americana sull'argomento.
Quindi collaborare significa senz'altro dare la possibilità a tutti
di intervenire tutti in modo convergente (nel caso della sintesi)
sul testo.
Mi viene una domanda.
Ma come si arriva alla bozza provvisoria
della sintesi finale?
Le proposte di modifica, integrazione
non possono avvenire anche nel corso dell'elaborazione della bozza
provvisoria? Non siamo in un'azione formativa?
Perchè escludere a priori che il momento
della collaborazione per apprendere non può avvenire anche
durante il percorso di costruzione della bozza?
Ciao. Elisa
|
Mi aggancio
alla mappa di Laura mettendo in relazione i tre nodi: "bisogni
di comunicazione" - "apprendimento collaborativo"
e "CSCL" con l'ulteriore nodo concettuale (già emerso
nel precedente modulo) "Comunicare e collaborare non sono sinonimi".
Poichè
vari componenti del gruppo hanno di fatto avanzato compiute (anche
se non ancora discusse) ipotesi di "sottosintesi", indico
anche quanto potrebbe essere esplicitato attorno a ciascun nodo.
La
ragnatela si allarga.
Giovanna
|
Dopo
i primi interventi, il lavoro diventa più semplice, ci lasciamo andare,
si crea un clima di collaborazione. Cominciamo ad incontrarci spesso in
chat, ci telefoniamo a volte e si organizza anche un incontro in presenza.
Il clima ormai è quello di una classe "virtuale" diremmo perchè
in rete ma "reale" per il lavoro e l'atmosfera esistente.
Venerdì
5 maggio 2000 19.48.04
Riflessioni sulla FiR
Da: Linda Giannini
Oggetto: Presentazione del materiale fine stage 3
A: Riflessioni sulla FiR
bello e’ vedere tutto uniformato
al colore nero sino a portare l’interazione del gruppo ad un tutt’uno.
Interessante e’ anche confrontare tutto con la prima parte inviata
da Laura in 1000_parole.zip (02/05/2000) e con gli altri documenti
pervenuti a seguire, dove si ritrovano le interazioni in colore che
in area pubblica si erano perse perche’ realizzate pezzo pezzo in
scambi in privata anche precedenti alla realizzazione dell’Area Lavoro
Corsisti.
Ci piacerebbe credere che il gruppo sia riuscito
a dipingere insieme quella comune parte virtuale di cui si parla nel
documento (vedi capitolo sulle dinamiche relazionali)
Carlo, Franco, Gabriella, Giovanna, Giuseppe,
Laura, Linda, Luisa e Luisanna
hanno cercato di produrre al meglio quanto richiesto per il fine stage.
area lavoro corsisti
gruppo noname
web noname
Gli autori (ormai di un unico colore)
Carlo, Franco, Gabriella, Giovanna, Giuseppe, Laura, Linda, Luisa
e Luisanna
|
Sabato
1 aprile 2000 18.49.00
Riflessioni sulla FiR
Da: Alessandro Rivella
Oggetto: Re: Per chiudere
A: Riflessioni sulla FiR
Laura Vivoli scrive:
Il gruppo italiano invita direttore, tutor, esperti e colleghi del
gruppo inglese in BSCW: una lettera li attende: 1L a 2L con simpatia
Favoloso! Ringrazio di cuore gli italiani gli
splendidi versi animati e per aver riconosciuto l'ardua fatica degli
inglesi (diciamocelo: la prosa di Mindeweave non è proprio acqua fresca,
per i non-professionisti...).
L'ala creativa non ha nazione...
ciao, sandro |
domenica 2 aprile 2000 10.48.07
Riflessioni sulla FiR
Da: Luisa Grana
Oggetto: Re: Per chiudere
A: Riflessioni sulla FiR
Grande simpatia , davvero, ispira il gruppo
italiano.
( a proposito : non ho incontrato alcuna difficoltà ad accedere
in BSCW ).
Non solo per i versi che ha dedicato a ICARO , ma anche ( e soprattutto
, forse ) per la dinamica interna che lo ha guidato all'obiettivo.
Infatti non starò qui ad elogiare un prodotto ( inutile, le lodi
lo hanno già sospinto verso la gloria , anche artistica ) , ma l'atmosfera
in cui è nato.
A volte curiosando un po' nella vostra cartella di lavoro ho sentito
forte il desiderio di essere travolta dal fiume dei vostri messaggi.
Non ultimo merito del gruppo italiano, quello
di attribuire al self-control
( conseguenza della lingua delle letture scelte ) la diversa dinamica
interna del gruppo inglese.
Le mie riflessioni su tale dinamica non mi hanno portato ad una
conclusione ( non ancora, almeno ), se non al riconoscimento della
difficoltà ( la lingua inglese non ha contribuito affatto, credo
): il nodo critico? La scelta di dividerci in sottogruppi di lavoro.
Forse l'ipotesi di una modalità parallela ( nella fase iniziale
) avrebbe potuto essere utile per semplificare le scelte e accelerare
i tempi: tale modalità avrebbe implicato che tutti, avendo letto
tutto il materiale, ne producessero la sintesi ( individuale ).
La reciprocità e la modalità sequenziale ( da
adottare nelle fasi intermedia e finale ) implicano forse un livello
di condivisione maggiore, difficile da ottenere in prima battuta
in un gruppo di apprendimento nel quale la fase di accoglienza si
è svolta tutta a distanza!
Scusate la lunghezza , e , ancora complimenti al gruppo italiano
!
ciao Luisa
|
Non
vogliamo nascondere, per concludere, l'esistenza di qualche piccolo problema.
Per qualche attimo il clima gioioso esistente in area ha corso forti rischi:
qualche incomprensione dovuta al parlato scritto, qualche divergenza nell'impostazione
metodologica, qualche difficoltà relazionale, ma a nostro avviso niente
di più di quanto non accada normalmente in presenza ed in ogni caso superabile.
Riportiamo
i commenti dei nostri tutor alla fine dell'esperienza
venerdì 31 marzo 2000 17.33.59
Riflessioni sulla FiR
Da: Alessandro Rivella
Oggetto: Lavoro collaborativo
A: Riflessioni sulla FiR
Fra le tante possibili ricadute del lavoro svolto
nelle due aree dedicate alla sintesi dei materiali proposti, cè quella
che riguarda l'organizzazione del lavoro collaborativo all'interno
dei due gruppi, da questo punto di vista molto diversi tra di loro.
La sequenza temporale dei msg, delle proposte, delle opinioni personali
e degli accordi all'interno del gruppo è significativa al punto che
varrebbe quasi la pena di "fermare il corso" per trasformare gli osservati
in osservatori, utilizzanzo le due aree, con tutte le loro ricchezze,
attriti e differenze, come case study.
Senza bisogno di intralciare le attività che stanno per iniziare,
riteniamo comunque utile e significativo provare a ragionare su come
si sono svolti i lavori all'interno dei due gruppi.
Come chiave di lettura proponiamo una classificazione
adottata nel par.7.1 del libro "Insegnare e apprendere in rete" (Ed.Zanichelli)
di G.Trentin. Nel commentare il lavoro collaborativo Trentin, ispirandosi
a sua volta a Dapier e Sanger distingue tre strategie possibili (sintetizzando):
Strategia parallela. Ogni componente del gruppo lavora in autonomia
su una parte specifica del prodotto complessivo.
Strategia sequenziale. Ogni componente del gruppo, a turno, agisce
sul semilavorato apportandovi il proprio contributo.
Strategia di reciprocità. I componenti del gruppo lavorano in regime
di forte interdipendenza su ognuna delle parti del prodotto complessivo.
Volendo schematizzare al massimo (operazione sempre
pericolosa in presenza di un sistema complesso come il thread delle
due aree) e attendoci alla nomenclatura di cui sopra, come osservatori
esterni ci sentiamo di affermare che Gruppo-Italiano ha adottato una
strategia di tipo sequenziale (con alcuni momenti di reciprocità)
mentre il Gruppo-Inglese ha adottato una strategia parallela.
All'interno di questo quadro trovano (forse) spiegazione le difficoltà
incontrate, rispettivamente, dai due gruppi:
* nel Gruppo-Italiano la scelta dello strumento di lavoro da adottare
(BSCW) è stata una scelta di alcune persone rispetto alla totalità
del gruppo. Ci sono stati alcuni momenti di equlibrio instabile, in
cui il giocattolo ha rischiato di rompersi, ma la vostra (di tutti)
capacità di recuperare in positivo gli equivoci interni ha consentito
a tutto il gruppo di sintonizzarsi in modo positivo e propositivo
sulla scelta iniziale. Dal punto di vista dei tutor (i due sottoscritti)
si è trattato di una situazione "rischiosa": viene proposto uno strumento
nuovo, sicuramente adatto ma potenzialmente "escludente" per qualcuno.
Che fare? Dopo averci pensato abbiamo deciso di lasciar proseguire
ed è andata bene; ma la qualità delle persone partecipanti al Gruppo-Italiano
non può essere trascurata, soprattutto ragionando su una situazione
analoga in un gruppo diverso di persone.
* nel Gruppo-Inglese c'è stata una doppia difficoltà.
Dapprima la suddivisione del gruppo in tre ulteriori sottogruppi ha
ridotto le dimensioni dei medesimi forse al di sotto della soglia
minima: la collaborazione a due è un must del lavoro in rete, ma richiede
un accordo e una sincronizzazione difficili da trovare con persone
con cui si collabora "forzatamente". In secondo luogo, l'indeterminatezza
sul fatto che "tutti avessere letto tutto" ha rallentato il processo
di assemblaggio. Anche qui, la situazione è stata brillantemente risolta
grazie alle capacità dei singoli (con una nota di merito i contatti
in chat, davvero risolutivi in questa fase delicata), ma anche qui
la situazione va ripensata in una prospettiva futura di tutoraggio
di gruppi meno motivati. I rischi ci sono, eccome (se una sola coppia
non avesse letto o sintetizzato, il lavoro finale non sarebbe risultato
completo; il fatto che qualcuno abbia prodotto due sintesi invece
dell'una richiesta va a tutti gli effetti considerato come un'anomalia
per la generalità di un corso on-line).
Si tratta chiaramente di impressioni e giudizi nostri, nella qualità
di osservatori esterni, da usare in modo "libero" e senza particolari
urgenze.
Naturalmente quest'area può ospitare vostre opinioni in proposito,
ma vorremmo volutamente evitare di forzare (nei tempi e nei vincoli)
una discussione su un'attività così ricca di implicazioni e spunti.
Oltretutto senza dimenticare che il corso procederà, da lunedì in
poi, lungo il suo percorso "canonico".
Per chi, volontariamente, volesse esprimersi,
potrebbe essere interessante conoscere la vs opinione in generale
e in particolare sulle due difficoltà sopra evidenziate: sono reali
o frutto di una nostra interpretazione? E, in caso affermativo, in
quale misura hanno influito sullo sviluppo successivo dei lavori (o
detto in modo più brutale: a prescindere dalla vostra personale disposizione
rispetto all'andamento dei lavori, c'è qualche punto critico in cui,
tornando indietro, cambiereste il percorso)?
Al di là del "giudizio sul lavoro svolto" e dei "pianti sul latte
versato" ci sembrano questioni rilevanti soprattutto in proiezione
futura (vostra): conoscere e analizzare i meccanismi del lavoro collaborativo
(errori compresi) è certo condizione necessaria (ma non sufficiente?)
per tutorare l'altrui lavoro collaborativo.
Buoni (e rilassati) pareri e riflessioni collaborativie.
ciao, agostino e sandro |
sabato
1 aprile 2000 15.50.58
Riflessioni
sulla FiR
Da:
Laura Vivoli Oggetto:
Re:
Lavoro collaborativo
A:
Riflessioni sulla FiR
Cari
colleghi,
vi
invio le mie prime riflessioni sull'esperienza appena vissuta. Premetto
che non sono esaustive, ma vogliono essere soltanto le prime tracce
su cui continuare la mia stessa riflessione, analogamente le domande
che trovere inserite sono fatte prima a me stessa e poi a tutti
voi.
1)
Strategie utilizzate
Quale
strategia abbiamo utilizzato?
Personalmente,
per forma mentis, per metodologia generale di lavoro, forse anche
per deformazione professionale, preferisco individuare i concetti
chiave e poi approfondirli. Questo punto di partenza si presta molto
per le strategie sequenziali ed anche di reciprocità.
Domanda:
Le
strategie sequenziali e di reciprocità sono condizioni necessarie
per un lavoro effettivamente collaborativo? Riflessione: Gli
interventi sui miei scritti con le relative opportune modifiche
mi hanno molto arricchita (e ne ringrazio i colleghi). Riflessione:
La strategia sequenziale porta ad una effettiva costruzione della
conoscenza. Riflessione: Avere contestato un proprio lavoro può
suscitare reazioni negative, ma chi "collabora", deve sapere ascoltare.
Pericolo: Le reazioni negative possono ugualmente presentarsi se
c'è incomprensione dovuta al mezzo di comunicazione utilizzato.
Informazione aggiuntiva: Il Gruppo Italiano ha collaborato moltissimo
anche in chat e in e-mail private (non risulta agli osservatori
esterni). Questo ha aiutato molto a fugare alcune incomprensioni.
Riflessione:
Aiutarsi con chat e e-mail personali nei casi di forte pericolo
Pericolo: Diverse esperienze pregresse, diverse metodologie di lavoro
possono impedire ai corsisti di trovare un accordo sul lavoro. Anche
qui entrano in gioco le personalità. E' importante sapere accettare
gli altri, essere consapevoli del fatto che si può apprendere da
tutti, anche da chi sembra molto lontano dalla nostra cultura o
mentalità o formazione o metodologia di lavoro. Domanda: Se in un
gruppo si trovasse una persona che, non disposta all'ascolto degli
altri, restasse ferma nelle sue posizioni, cosa fare? Già in presenza
la situazione sarebbe insostenibile, e a distanza? Un gruppo che
ha deciso di intraprendere una collaborazione a distanza probabilmente
ha al suo interno persone che possono in qualche modo risolvere
o alleggerire la situazione, altrimenti è un gruppo non adatto per
questa attività
Domanda: Viene spontaneo chiedersi a questo punto, bisognerà selezionare
le persone che dovranno collaborare o formarle prima?
Riflessione:
Al di là del momento in cui "il giocattolo ha rischiato di rompersi",
tra diversi elementi del gruppo si è creato un forte affiatamento
e quasi mi permetterei di dire "amicizia". (Es. la scherzosa poesia
è stata pensata, elaborata, corretta, rivista, messa su BSCW nell'arco
di due ore con strategia di reciprocità ). E' merito delle strategie
scelte? Scelta di BSCW: Non mi sembra un errore, ha dato a tutti
la possibilità di fare una interessante esperienza.
Errore:
Bisognava subito rassicurare le persone che avevano difficoltà e
inviare subito tutto il materiale in FC. Le stesse persone si sarebbero
accostate a BSCW gradualmente e senza alcuna ansia. Cambiamenti:
Nessuno a parte la correzione dell'errore. Riflessione: Se in un
gruppo qualcuno può portare avanti gli altri, non scoraggiandoli,
perché "appiattirsi" sul livello più basso, come purtroppo spesso
siamo costretti a fare a scuola con i nostri alunni? E se così si
perdesse quel "qualcuno"? E' giusto sacrificarlo? Potrei continuare…….,
perché l'esperienza è stata ricca e molto interessante, come dicono
Agostino e Sandro, ma preferisco fermarmi qui. Ci vorranno già diversi
mesi per rispondere a tutte le domande. Ciao a Tutti, Laura
|
lunedì 3 aprile 2000 19.52.48
Riflessioni sulla FiR
Da: Linda Giannini
Oggetto: L1 ed L2 A: Riflessioni sulla FiR
Ciao,
Provo a riportare in area alcune considerazioni rispetto
agli stimoli ricevuti grazie al msg di Sandro ed Agostino: Fra le
tante possibili ricadute del lavoro svolto nelle due aree dedicate
alla sintesi dei materiali proposti, c'è quella che riguarda l'organizzazione
del lavoro collaborativo all'interno dei due gruppi, da questo punto
di vista molto diversi tra di loro. Ipotesi: I due gruppi hanno
avuto organizzazione diversa perché: Richiedevano impegni diversi
(traduzione e non); Avevano partecipanti con personalità diverse
(non è una grande scoperta) Avevano o meno partecipanti che avevano
già "lavorato" insieme e/o si conoscevano; Avevano partecipanti
con tempi a disposizione diversi; …
Volendo schematizzare al massimo (operazione sempre
pericolosa in presenza di un sistema complesso come il thread delle
due aree) e attendoci alla nomenclatura di cui sopra, come osservatori
esterni ci sentiamo di affermare che Gruppo-Italiano ha adottato
una strategia di tipo sequenziale (con alcuni momenti di reciprocità)
mentre il Gruppo-Inglese ha adottato una strategia parallela. Ok,
ma ho intravisto anche una strategia in inter-gruppi: di fatto L1
seguiva (come da cronologia dei msg delle due aree) quanto avveniva
in L2 e viceversa. Le due sintesi finali hanno presentazioni (forma,
struttura, organizzazione dei materiali) analoghe (contenuti ovviamente
diversi). Dunque L1 ed L2 hanno adottato tra loro, a mio parere,
strategie sequenziale e reciproca (dove la reciproca ha prevalso
sulla sequenziale), calibrando di volta in volta l'una e l'altra.
Ad un certo punto l'L1 ha anche rischiato di condizionare
l'L2 (ma e' solo una mia impressione). Adina scrive (24/03): Il
sottogruppo di 3 non ha finora funzionato per mancanza di interlocutori.
Non è una faccenda di BSCW! Questo fa pensare che il gruppo L2 (o
parte di questo) si sia interrogato sulla opportunita' o meno di
cambiare sistema di cooperazione. E Carlo risponde: Credo che abbiamo
semplicemente usato due forme diverse per entrare nel vivo di un
lavoro-apprendimento co-coperativo. Prima abbiamo letto ognuno per
proprio conto i materiali; ora stiamo mettendo/metteremo qui i sunti...
e poi si avviera' tutto il resto del percorso….
A nostro parere (di Carlo e mio) e' stato importante
che i due gruppi tenessero ben separati i sistemi di lavoro: in
questo modo si poteva avere (ammesso che il dato fosse importante)
una osservazione rispetto ad un gruppo "alternativo" (non mi viene
in mente un altro termine piu' appropriato) ed uno "di controllo".
Perché la proposta di operare anche in BSCW:
Il presupposto (IPOTESI 01): ICARO 2000 aveva previsto
da parte dei corsisti una "esercitazione" - "familiarizzazione"
in BSCW;
Il presupposto (IPOTESI 02): In BSCW poteva entrare
solo in corsista alla volta, dunque poteva integrare, tagliare,
giocare in tutti i modi possibili… con un unico materiale. A seguire
un altro corsista… poi un altro e cosi' via. Avviso in FC e/o in
privata delle modifiche apportate, riconoscibili anche attraverso
l'uso di diversi colori.
Dunque un luogo unico di lavoro per 6+2 corsisti
(2 = Giampiero e Walter).
CORSISTA 1
CORSISTA 2
CORSISTA 3
Nella comunicazione asincrona è infatti assai più
difficile distinguere aspetti principali dai secondari in un messaggio
molto elaborato, a causa dell'assenza dei fattori di intonazione
del parlato. Una strategia per evitare il problema potrebbe essere
quella di inserire all'interno dei messaggi domande che spostino
l'attenzione sui passaggi più significativi del discorso.
In FC, invece, si poteva procedere o per una divisione
di compiti come nel caso del gruppo L2 oppure con 6+2 luoghi di
"lavoro" tanti quanti i PC dei partecipanti… con conseguente difficoltà
di mettere a confronto gli interventi di ciascuno su uno stesso
file
Esempio di TESTO DI PARTENZA: Nella comunicazione
asincrona è assai più difficile distinguere aspetti principali dai
secondari in un messaggio molto elaborato, a causa dell'assenza
dei fattori di intonazione del parlato.
CORSISTA 1 Nella comunicazione asincrona infatti
è assai più difficile distinguere aspetti principali dai secondari
in un messaggio molto elaborato, a causa dell'assenza dei fattori
di intonazione del parlato.
CORSISTA 2 Nella comunicazione asincrona è assai
più difficile distinguere aspetti principali dai secondari in un
messaggio molto elaborato, a causa dell'assenza dei fattori di intonazione
del parlato
CORSISTA 3 Nella comunicazione asincrona è assai
difficile distinguere aspetti principali dai secondari in un messaggio
molto elaborato, a causa dell'assenza dei fattori di intonazione
del parlato. Una strategia per evitare il problema potrebbe essere
quella di inserire all'interno dei messaggi domande che spostino
l'attenzione sui passaggi più significativi del discorso.
Ecc..
Ipotesi: A questo punto tutti stanno autonomamente
agendo sullo stesso testo… ognuno aggiunge o toglie o modifica…
Per arrivare ad un testo unico la strada e' un po' piu' lunga; richiede
chiari accordi… E come ridiscutere una soluzione definitiva che
va bene per tutti? Entro tempi brevi, intendo. In ogni caso, come
dimostrato dal gruppo L2, alla sintesi ci si giunge lo stesso :))
Il presupposto (IPOTESI 03): Al contrario di quanto
sembri, lavorare in BSCW prevede operazioni molto semplice. Si acquisisce
sul proprio PC (Salva con nome) un file sul quale il gruppo sta
lavorando; si apportano le modifiche e si inserisce subito il file
cambiato (Crea Doc oppure Sostituire)…
Linda
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