La nuova figura dell'insegnante

Per decenni i docenti della scuola italiana hanno adottato una metodologia basata essenzialmente sulla lezione frontale, ovvero sulla "trasmissione" culturale unidirezionale.
Seduti in cattedra presentavano argomenti, spiegavano concetti, e l'alunno era chiamato in causa o quando chiedeva chiarimenti o al momento della verifica.
I percorsi standardizzati venivano proposti a tutti in modo indistinto, senza tener conto delle variabili determinate dall'interesse, dalle capacità, dalle potenzialità dei singoli.
Il curriculum veniva stabilito in base ai programmi ministeriali con scarse possibilità di deviare dalla strada tracciata.
Progressivamente, grazie a modalità e spazi più flessibili, è nata la consapevolezza che non può esistere vero apprendimento se l'alunno non ne è artefice consapevole.
I docenti hanno modificato il proprio stile didattico diventando tutor dei propri alunni: li guidano nel percorso, propongono stimoli, negoziano il curriculum, intervengono nella risoluzione dei problemi.
Chiaro appare che, unitamente ad una preparazione specifica nel proprio ambito disciplinare, i docenti di oggi devono possedere competenze approfondite rispetto a nuove metodologie didattiche.
Parallelamente è nata l'esigenza di rivedere la rigida divisione disciplinare che per anni ha dato ai nostri alunni una visione del sapere settoriale, e a conpartimenti stagni.
In ultimo, ma determinante, l'introduzione dell'uso delle nuove tecnologie ha prospettato un orizzonte ed un campo di interazione unici. 

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